Qualche giorno fa la guida, che accompagnava i visitatori della mostra fotografica “Milano, città d’acqua” a Palazzo Morando, raccontava che quando è stata costruita la fontana del Piermarini in Piazza Fontana a Milano, i viandanti usavano berne l’acqua. La sorpresa è stata nell’apprendere che l’acqua che alimentava la fontana era del fiume Seveso.
Che tristezza osservare, a distanza di 215 anni, la situazione degradata del nostro Fiume.
I disastri ambientali, eseguiti nel passato nel nome del progresso, sono stati innumerevoli, ma siamo convinti che se il problema Seveso si affronterà con la volontà di risolverlo, in attesa di ritornare a dare luce ai corsi d’acqua tombinati in città, non si parlerà più di vasche di laminazione bensì di laghetti urbani.
Che tristezza osservare, a distanza di 215 anni, la situazione degradata del nostro Fiume.
I disastri ambientali, eseguiti nel passato nel nome del progresso, sono stati innumerevoli, ma siamo convinti che se il problema Seveso si affronterà con la volontà di risolverlo, in attesa di ritornare a dare luce ai corsi d’acqua tombinati in città, non si parlerà più di vasche di laminazione bensì di laghetti urbani.
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