martedì 8 settembre 2020

Piogge torrenziali e allagamenti: quando non basta lamentarsi

 


Quanta rabbia, paura e preoccupazione per quei fenomeni naturali che spesso vedono il nostro territorio inondato da acque putride e puzzolenti. 
La reazione degli abitanti che vivono a ridosso del corso del torrente Seveso è comprensibile, anche se la causa di tutto ciò è dovuta ad un mancato intervento sull'invarianza idraulica ormai da almeno un decennio.

Oggi non vogliamo parlare di vasche di laminazione o di altre soluzioni per fare sì che ciò che accade ad ogni nubifragio non si ripresenti, ma fare una riflessione sul nostro modo di vivere la nostra "casa comune".

Ci rifacciamo alle parole di Alex Langer, il più grande ecologista italiano del secolo scorso, che ha tentato di rovesciare il paradigma ispirato a "citius, altius, fortius" (più veloce, più in alto, più forte) che ha portato alla globalizzazione neoliberista con la conseguente crescita delle disuguaglianze e di un modello di sviluppo che non tiene conto dell'equilibrio tra uomo e ambiente. Il nuovo paradigma venne espresso da Langer con le parole "lentius, profundius, soavius", più lento, più profondo, più soave. 

Il modello che si rifà a questo modo di pensare e vivere la nostra vita su questa Terra, crede nella cooperazione, partecipazione, inclusione, nell'autodeterminazione e nella definizione di una crescita compatibile con ciò che ci circonda.

Questa idea di Mondo e di Creato è stata ripresa da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si’, mettendo in stretta connessione economia ed ecologia.
In questo senso dobbiamo rallentare per tornare a gustare il sapore della nostra esistenza e per "fare germogliare i semi di speranza che dobbiamo far cadere lungo il nostro collettivo percorso quotidiano".

Il Creato ci sta dando segnali molto chiari e precisi: sembra non accogliere positivamente le nostre manie di sviluppo senza limiti, dimostrandoci che ogni azione contro la Natura si ritorce contro la nostra vita.

Se riuscissimo a cogliere e comprendere questi segnali, non aspetteremmo oltre a mettere in atto un cambiamento di rotta cercando di essere "più lenti, più profondi, più soavi". Quindi lamentiamoci, arrabbiamoci, protestiamo, ma ricordiamoci che all'origine dei fenomeni naturali dirompenti che subiamo e scombussolano la nostra vita ci siamo noi!


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