Era stata rinviata ad oggi la chiusura, prevista per il 12 dicembre, dei negoziati sul clima alla conferenza di Lima, per raggiungere un accordo per il vertice di Parigi nel 2015, dal quale dovrebbe nascere un nuovo trattato globale.
La decisione era stata presa per risolvere il contenzioso tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo sul taglio delle emissioni di CO2, ma da un'agenzia di poche ore fa (www.adnkronos.com) sembra non ci si riesca proprio a mettere d'accordo: la conferenza rischia di naufragare "per il rifiuto della Cina di accettare una bozza definita non equa perché non riconosce le differenze tra le economie industrializzate e quelle emergenti, ponendo su quest'ultime un carico eccessivo". Secondo il capo della delegazione americana, Todd Stern: "Non abbiamo tempo per altri lunghi negoziati, credo che questo lo sappiamo tutti".
Il segretario di Stato americano, John Kerry, aveva rivolto ieri un appello a ridurre l’uso di combustibili fossili e a investire sulle energie alternative. Da quanto detto nei giorni scorsi da RK Pachauri (direttore generale dell'Istituto per l'energia e la ricerca di Nuova Delhi,) il mondo ha già usato più di 1900 GT CO2 (gigaton di biossido di carbonio equivalenti), delle 2900 disponibili per contenere l’aumento della temperatura entro i 2°, ma sarebbe auspicabile definire un accordo per mantenere l’aumento entro 1,5°. L’aumento della temperatura di 2°,infatti, avrebbe conseguenze gravi per diverse regioni: sarebbe un disastro per i piccoli stati insulari; gli oceani ridurrebbero la loro biodiversità a causa dell’acidificazione; in Africa si avrebbero gravi difficoltà a garantire la sicurezza alimentare e idrica; in Asia alluvioni e ondate di calore; in Europa rischi legati all'accesso dell'acqua e eventi estremi che avrebbero non poche conseguenze sull'economia (come dimostrato dai recenti eventi accaduti in Italia).
Intanto la Commissione Europea ha stralciato dal nuovo programma di lavoro il cosiddetto pacchetto "Aria Pulita" che era stato presentato un anno fa dalla Commissione Europea e sul quale il Consiglio Europeo aveva già iniziato a lavorare da Luglio.
Allo scopo di denunciare la situazione, l’EEB ha inviato una lettera pubblica al Presidente Juncker e al Vicepresidente Timmermans. La lettera, firmata da a oltre 40 associazioni ambientaliste di tutta Europa, tra cui Genitori Antismog, segnala alla Commissione Europea quale grave errore rappresenterebbe l’eliminazione del ‘Pacchetto Aria’ dai temi del programma Juncker.
Le associazioni ambientaliste italiane hanno inviato anche una lettera al Premier Renzi, al ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, al ministro della salute Beatrice Lorenzin, e ai presidenti di Camera e Senato, perché l'Italia risponda in modo forte e autorevole al tentativo della Commissione di eliminare questo tema fondamentale per la protezione della salute dei cittadini dall'ambito di attività legislativa dell'Unione Europea, ristabilendone altresì i corretti ambiti di iniziativa. (comunicato stampa e rassegna stampa).
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